Tra le proposte più interessanti di questa fine estate dal 5 al 9 settembre segnaliamo il Live Rock Festival, che torna, per la 22a edizione con, tra gli altri, Pere Ubu, Myss Keta, Shame, A Place To Bury Strangers, Andrea Laszlo De Simone, The Bloody Beetroots, Yungblud.
Il festival è gratuito e si tiene ai giardini dell’ex fierale. Per maggiori informazioni potete rifarvi al sito del Live Rock Festival stesso.
Abbiamo raggiunto via mail Andrea Mezzanotte del Collettivo Piranha per avere una panoramica completa di cosa è stato e cosa sarà per quest’anno il Live Rock Festival di Acquaviva di Montepulciano (SI)
Come è nato il Live Rock Festival?
Il Live Rock Festival nasce nel 1997, al tempo Live Rock Festival of Beer, dalla volontà di un lungimirante gruppo di giovani acquavivani per dar vita ad un centro di aggregazione, basato principalmente su concerti musicali. L’appellativo “festa della birra” accompagna affettuosamente tutt’oggi la manifestazione, nonostante la radicale trasformazione, ricordando le origini, in cui prevaleva una cultura molto più popolare.
Per la scelta della lineup come vi regolate? Questa edizione vede al solito ottimi nomi presenti nei cartelloni dei principali festival europei.
La ricerca degli artisti è una costante. La manifestazione si affida alle conoscenze e competenze sviluppate e raffinate sia della direzione artistica che di tutti gli altri volontari dell’associazione, che, oltre ad essere aggiornati sulle proposte musicali in circolo, cercano di scovare le originalità artistiche e le promettenti proposte musicali, nonché seguire nomi più altisonanti per completare un programma di grande valore e spessore.
Come si è evoluto di anno in anno il festival?
Ogni edizione è caratterizzata da un laborioso e accurato confronto tra i volontari del Collettivo Piranha, l’associazione che organizza interamente la manifestazione.
Durante l’anno sono molteplici le assemblee e gli incontri in cui vengono prese in considerazione e discusse le nuove proposte e le criticità. Ogni argomento viene trattato e condiviso, in modo che l’evento possa migliorarsi, ma anche rimanere autentico. Il Live Rock Festival in venti anni si è evoluto di gran lunga, non solo nell’aspetto, ma anche nei contenuti. Oggi infatti è un veicolo significativo non solo per musica e cultura, ma anche per temi importanti come quello sociale e ambientale.
Come è stata la ricezione e la collaborazione con residenti e autorità? Quali sono quindi anche le proposte che possono dare un’esperienza non solo musicale a chi vuole partecipare?
Inizialmente c’è stato un rapporto quasi di amore-odio. Il paese i primi tempi era spaccato da pareri sicuramenti contrapposti. Il momento più delicato da segnalare è quello del concerto dei 99 Posse, nell’anno 2000, che destabilizzò il piccolo paese di Acquaviva, forse non ancora pronto per certi eventi frizzanti.
Da li in poi la manifestazione ha intrapreso un percorso più ordinato.
Nel 2002 l’organizzazione ha assunto un’identità propria, con la nascita del Collettivo Piranha. L’associazione è nata per porsi degli obiettivi ben precisi: aggregazione giovanile, diffusione e trattazione di temi culturali e sociali, organizzazione di eventi
Nel tempo sia l’organizzazione che la manifestazione si sono guadagnate con i fatti gli apprezzamenti e il sostegno di popolazione, autorità ed istituzioni.
Siete un festival gratuito: credo sia abbastanza difficile… ma riusciresti a dirci quanto può essere complesso fare tutto questo?
Il Festival è un percorso, con delle scelte precise e condivise. Se siamo arrivati a quello che siamo ora è grazie al lavoro dei volontari, che hanno messo in scena anno dopo anno le proprie idee e capacità con grande passione e determinazione. Oggi la gestione è sicuramente più complessa, ma grazie all’esperienza e ai nuovi giovani innesti si può andare ancora avanti. Forse con un po’ di responsabilità in più, ma sempre ben lucidi.
A tal proposito: una cosa che ha tagliato le gambe l’anno scorso a molte organizzazioni sono state le nuove norme antiterrorismo. Cosa è costato a voi in termini di tempo e spese? Voi non siete toccati dal ticketing, ma credo che questo è stato un grosso ostacolo.
Siamo da sempre attenti alle norme legate alla sicurezza e non solo. Ogni 3 anni la Commissione di Pubblico Spettacolo effettua il sopralluogo per verificare che tutto sia stato preparato impeccabilmente. Dai permessi alle strutture, dalla sicurezza al soccorso, ecc.
Cerchiamo di essere pronti ad ogni evenienza, con tutte le difficoltà del caso. Anche solo assimilare le nuove norme a volte è un’impresa. Del resto siamo volontari, ma in certi casi serve avere la capacità di tecnici professionisti. E’ sicuramente utile inoltre avere delle linee guida, per le associazioni specialmente, ma erigere barricate, non credo sia mai la soluzione più appropriata.
Hai momenti memorabili come organizzatore da condividere con noi?
Ce ne sono sicuramente molti, ma in particolare la sera in cui Roy Paci, appena terminato il concerto, fece visita alla birreria, mischiandosi tra i ragazzi a propiziare cori e servire birre, lo ricordo con grande soddisfazione. L’aria che si respira ad Acquaviva in quelle 5 serate è estremamente coinvolgente, al punto di farti sentire parte della famiglia. Chiunque tu sia.