Sarà disponibile dal
29 settembre su etichetta
fonoBisanzio con distribuzione IRD “
La via del sale”, il nuovo lavoro di
Michele Gazich, scrittore di canzoni e violinista già a fianco di songwriters come Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson.
A due anni dal precedente “Una storia di mare e di sangue”, il disco sarà anticipato ad inizio settembre dal video del brano “
Storia dell’uomo che vendette la sua ombra” che vede la partecipazione alla voce di
Rita “Lilith” Oberti (Not Moving, Lilith and the Sinnersaints).
“La via del sale” è il settimo disco di Michele Gazich e verrà presentato con un concerto al Folkclub di Torino il prossimo 8 ottobre. La tracklist comprende undici canzoni da lui cantate con una voce che si è fatta negli anni sempre più intensa, vera e dolente.
“Un tempo – spiega Gazich – il sale era prezioso come l’oro e preziose erano anche le vie attraverso le quali veniva trasportato in tutto il mondo conosciuto: queste vie oggi hanno perso il loro senso originario e i luoghi che esse percorrevano sono abbandonati, quasi dimenticati. Un giorno anche gli oleodotti saranno dimenticati.
Sopravvivono ancora, tuttavia, musicisti e strumenti tradizionali legati ai tempi che furono, quando la via era importante. Ho recuperato questi strumenti arcaici e li ho accostati al mio violino, alla mia voce e ad altri voci e strumenti decisamente contemporanei, perché non volevo realizzare un’operazione nostalgica e revivalistica o un calligrafico esercizio di stile che non turbasse le coscienze. La vita è troppo breve per giocare. Ho perciò strappato questi strumenti alle loro terre e ho contestualizzato il loro rimpianto, il loro grido e il loro lamento in musiche e parole che ho composto oggi – qui ed ora – per raccontare l’Europa di oggi, fatta di resti industriali, maestose rovine del terziario, biblioteche sommerse dalle acque, città distrutte, migrazioni e barricate: le nostre contemporanee Vie del sale.”
Ricca è infatti la tavolozza strumentale del disco, che include strumenti contemporanei, strumenti della tradizione classica e strumenti popolari che mai hanno avuto cittadinanza al di fuori dei lori ambiti, come il piffero dell’Appennino (un oboe popolare dal suono dolce e potente) e la zampogna del Sannio (dove la zampogna nacque, in epoca pre-romana). Il tentativo, riuscito, è l’edificazione di un folkrock effettivamente italiano, senza prestiti anglosassoni o americani; risonante di strumenti folk realmente nostri e di melodie che rievocano la tradizione e la musica colta italiana e del mediterraneo, senza paura di contaminare i generi.
Tutte queste caratteristiche, e molte altre che emergono ascolto dopo ascolto, fanno de “La via del sale” la testimonianza più viva e pulsante dell’essenza di Michele Gazich: artista sempre in viaggio animato da una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante che è diventata esistenziale. Michele Gazich, sempre con il suo violino: incarnazione contemporanea dell’ebreo errante.
Link
http://www.michelegazich.it