Ebbene, strano a dirsi, strano a credervi, i dEUS hanno compiuto vent’anni.
La band di Anversa, capitanata da Tom Barman insieme allo storico fondatore Klaas Janzoon, è salita la scorsa domenica sul palco del Carroponte a Milano per l’ultima data italiana del tour che festeggia il ventennale dell’uscita di Worst Case Scenario, l’album di debutto che ha segnato una piccola rivoluzione musicale nella scena rock europea ed è considerato uno dei dischi più influenti degli anni Novanta.
Difficile inquadrare in una sola etichetta la musica dei dEUS, la loro eclettica combinazione di elementi rock, punk, blues e jazz. Se c’è una costante, nella carriera della band belga, è proprio l’apertura alla sperimentazione, alla contaminazione di generi, che si risolve e si rinnova continuamente in un linguaggio sempre nuovo, sempre forte, sempre sorprendentemente un passo avanti.
Un nuovo tour dunque, per celebrare due decenni di grande musica e sei album all’attivo.
Ad aprire la data milanese ci sono i connazionali Balthazar, formazione indie pop-rock di Ghent, talentuosi che regalano preziose sonorità art-alternative.
Puntualissimi arrivano poi loro, i nostri, e la partenza è carichissima con Slow. Le premesse ci sono tutte per un live pieno di energia, e la scaletta non delude: Via, The Architect, Constant Now, Stop-Start Nature, in un crescendo che scalda immediatamente il pubblico. Tom Barman e i suoi, in splendida forma, si giocano subito la carta Instant Street: è su quel finale vorticoso, quel turbinio di oltre sei minuti, che siamo ormai in pugno, affascinati dalle movenze del frontman che si agita senza sosta e dall’impatto scenico dell’intera formazione. La batteria infatti (Stéphane Misseghers) è l’unica a essere posta in seconda linea: gli altri tre, Klaas Janzoons (violino e keyboards), Mauro Pawlowki (chitarra e voce), Alan Gevaert (basso e voce) sono schierati con Barman alla stessa altezza, a fronteggiare e tenere testa a un pubblico preparatissimo e entusiasta, con potenza e forza.
I grandi pezzi ci sono tutti, dai più vecchi Little Arithmetics e Sun Ra ai più recenti Sirens e Quatre Mains (unico del repertorio a essere cantato in francese), dai più dolci e struggenti Serpentine e Hotellounge alla serratissima Roses. È alle note un po’ dark di Theme from Turnpike che è affidata la chiusura, ma la pausa non dura che pochi minuti. Rieccoli, ed ecco Bad Timing, seguita a ruota da quella esplosione che è Suds & Soda, traccia storica dell’ormai lontano esordio: un ritorno alle origini, forse unico modo per congedarsi e prepararsi ai prossimi venti anni di dEUS.
LA SCALETTA:
Slow
Via
The Architect
Constant Now
Stop-Start Nature
Instant Street
Fell Off the Floor, Man
Girls Keep Drinking
Sirens
Little Arithmetics
If You Don’t Get What You Want
Quatre Mains
Serpentine
Hotellounge
Roses
Sun Ra
Theme From Turnpike
Bad Timing
Suds & Soda