Con il nuovo singolo Il vento sale, Diletta Fosso torna a raccontare il mondo con la leggerezza e l’intensità che stanno diventando la sua cifra stilistica. Classe 2007, violoncellista e cantautrice, Diletta sta costruendo un percorso originale che mescola la formazione classica con una sensibilità pop contemporanea, capace di parlare alla sua generazione ma anche di evocare immagini universali. Il brano, prodotto da Davide Maggioni per Matilde Dischi e distribuito da Artist First, è una dichiarazione di libertà e fiducia nel futuro: un invito a vivere con il cuore aperto, seguendo l’istinto e la curiosità.
Il video che accompagna Il vento sale rafforza e amplifica questo messaggio. Diretto con uno sguardo poetico e giocoso, alterna location simboliche come l’Imbarcadero di Pavia e il Castello Visconteo a scenari immaginari realizzati in chroma key, tra cartoline da Parigi e scorci di un mondo sognato. Le scenografie di cartone in bianco e nero dialogano con costumi coloratissimi, creando un contrasto che restituisce perfettamente lo spirito del brano: un equilibrio tra realtà e fantasia, concretezza e desiderio.
Dopo i riconoscimenti ottenuti in vari concorsi nazionali, Il vento sale segna una nuova tappa della sua evoluzione artistica. L’abbiamo incontrata per farci raccontare il dietro le quinte del video, le emozioni che hanno ispirato la canzone e la visione che guida il suo modo di fare musica.
La scintilla è nata dalle piccole cose che rendono la vita speciale. La canzone racconta la bellezza di vivere ogni giorno con la voglia di scoprire cose nuove, con una leggerezza non frivola. È un invito a non perdersi le cose belle che ci circondano!
Il videoclip è un piccolo viaggio cinematografico, tra realtà e sogno. Quanto c’è di autobiografico in quelle immagini?
Il videoclip è un viaggio tra sogno e realtà! Quando l’abbiamo girato c’erano dei miei amici e dei compagni di scuola che hanno partecipato. Diciamo che c’è tanto di me in quelle immagini, perché la canzone parla proprio della mia vita e di quello che mi piacerebbe fare.
Ci sono elementi visivi – come i cartelli disegnati o gli abiti colorati – che richiamano un’estetica quasi teatrale. Ti senti vicina al mondo della performance oltre che della musica?
Adoro il mondo della performance! Metto sempre un sacco di me stessa in quello che faccio, dalla musica al modo di presentarmi. Mi piace che ci siano elementi visivi che raccontano una storia, che facciano sognare e pensare. La musica non è solo suono, è anche espressione, e mi piace tantissimo unire questi mondi!
Il brano parla anche di piccoli gesti quotidiani – selfie, thé con gli amici – che diventano atti poetici. Quanto ti ispira la vita di tutti i giorni nella scrittura?
La vita di tutti i giorni è la mia ispirazione più grande! Le cose più semplici, come un selfie con il cielo dietro, un thè con le amiche o una corsa al centro commerciale, possono diventare poesia. Sono convinta che la bellezza sia nascosta nelle piccole cose, basta solo saperla vedere.
Hai suonato e vinto in contesti importanti, ma continui a raccontare storie intime e personali. Come si mantiene viva l’autenticità?
L’autenticità è fondamentale! Cerco di non farmi travolgere dall’ansia dei numeri o dei social, mi piace usare la musica per raccontare quello che sento e collaborare con altri artisti. Non ho un piano B, voglio vivere di musica, anche se non diventerò famosa. L’importante è continuare a suonare, magari in una band o insegnando violoncello.
Il video si conclude con un gruppo di ragazzi. È un messaggio di condivisione generazionale?
La festa all’Imbarcadero non è solo generazionale, simboleggia la gioia e la libertà che si trovano nel corso di un viaggio. È la celebrazione di un percorso, un “mondo nuovo” che porta a goderci insieme il momento presente, uniti dalla musica!