10 cose che stanno succedendo (adesso!) nella scena underground

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Abbiamo raccolto 10 delle migliori proposte che sono arrivate in redazione ultimamente. 10 nomi della scena underground (e non solo italiana!), 10 nomi che probabilmente non avete mai sentito prima, che abbiamo selezionato con l’orgoglio di chi vuole sentirsi abbastanza nerd, abbastanza diverso, da ascoltare qualcosa da condividere con pochi, ma ancora per poco. Condite le vostre playlist di Spotify per le vostre macchinate autunnali, per far colpo con i vostri match su Tinder e, perchè no, per non ridursi ad ascoltare sempre le solite proposte radiofoniche.

Un ginecologo ha pubblicato un (bel) disco, stiamo parlando di Assecorto. E sì, per quanto possa far ridere “Intime Emozioni” è il titolo di un disco che è stato fatto da un ginecologo, ma a parte questo titolo ambiguo su cui possiamo anche dilungarci in altre battute, Assecorto ha fatto davvero un bel disco, di quel pop scanzonato e trascinante, che parla di tutto, e quindi parla d’amore in un modo diretto, intenso, sfacciato, un po’ come facevano i cantautori di una generazione passata, che non avevano bisogno di grandi metafore, di un feed di Instagram e sovrastrutture: la semplicità di una canzone, per parlare di ciò che tutti conoscono: un disco autobiografico dolce-amaro che pone metaforicamente fine alla nostra estate. Chitarre e tastiere sono un mezzo per trasformare e filtrare un sentire urgente, quello di Assecorto ma anche il nostro, in musica. Per le macchinate, per Capodanno e se conoscete qualcuno che si chiama Marco.

 

 

 

É uscito un best of di una band che forse non hai mai ascoltato, i Love Shower Love. Questa è una piccola celebrazione per una band che ha deciso di sciogliersi, ma in grande stile. I Love Shower Love sono un piccolo cult lombardo, che nei loro anni di attività nei primi anni Duemila hanno macinato parecchi brani, consolidandosi in una formazione che arrivava da altri porti, dall’inglese all’italiano, dal rock più spinto a un indie-rock che strizza l’occhio al pop, quel rock che si può anche ballare, e che piace a tutti, soprattutto a noi. Se non li conoscevate, come noi, questo può essere un ottimo modo per rimediare.

2002-2009: 7 anni in cui i Love Shower Love hanno attraversato generi e formazioni con nomi diversi. Dal post-grunge anglofono degli Ashen Wave, insieme al cantante Fabio Cantù, all’indie rock italiano dei LaCorte, con la formazione a 4 che sarebbe poi diventata quella definitiva, seppur con un ritorno all’inglese e a suoni più alternative. Ora la band ha deciso di pubblicare sulle piattaforme di streaming, disponibile da martedì 15 ottobre 2024 per Gelo Dischi, in una nuova versione rimasterizzata, tutti i brani rimasti ancora inediti per il digitale, come conchiglie che risalgono dalla risacca.

 

I PLZ hanno pubblicato il primo dei LUFS, una serie di remix di alcuni grandi artisti della scena indie italiana, a partire da I Cani. E se non lo sapete, i PLZ sono un’anima pulsante techno pop, una creatura luminosa dalle venature cantautorali che, come uno spettro,  vedevamo aggirarsi per la scena musicale già dal 2021, quando uscì l’album di debutto  “M E G A“, e che ora (finalmente) è di ritorno con un nuovo disco, in uscita quest’autunno. E “Finirà” de I Cani già la conoscete, ma qui potrete trovare una versione decisamente inquietante e oscura, sempre “Finirà” ma sotto acidi, da consumare nelle notti tristi, di ritorno dai concerti solitari, per gli allentamenti notturni e per i sabati sera in after, quelli che iniziano con “non facciamo troppo tardi“, e poi finiscono sui marciapiedi di Milano. Non vediamo l’ora del prossimo LUFS.

Finalmente possiamo vedere la Kissland di Emit. E se non sai di cosa stiamo parlando, è perchè non hai ancora ascoltato “bacio“, il singolo che segna il ritorno del cantautore Emanuele Conte, o più semplicemente Emit. “Kissland è la terra che attraversiamo quando lasciamo alle spalle qualcosa”. Emit ci accompagna in questa traversata per scoprire chi siamo e abbandonare le esperienze, le abitudini, i luoghi e tutto ciò che non ci appartiene più e che non ci aiuta più a disegnare la vita che vorremmo.  Un viaggio in montagna con gli amici di sempre, la sensazione di essere in famiglia, di essere avvolti, di ritrovarsi a casa dopo un lungo viaggio, dopo un lungo dolore. Il pop intimo di Emit è un po’ questo, lo slang Kissland rappresenta uno stato d’animo (metaforicamente una terra) di amore che è innanzitutto amor proprio, per arrivare poi di nuovo a saper amare qualcun altro. Si tratta di una terra fantasy che rappresenta quel luogo da attraversare nei momenti di cambiamento interiore della vita.

 

Il nuovo video di Marcello Gori, un nuovo inizio in collaborazione con la Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti di Milano.  Continua quindi il percorso del cantautore di Genova, ma di stanza a Milano, che ci regala non una semplice canzone, ma un vero inno social-generazionale, liberatorio e graffiante, dedicato a tutti i possibili “boomer” alle prese con il mondo di oggi, fra responsabilità e voglia di evadere, iper-competitività e social network, apocalissi nucleari e problemi psicologici. Un brano strano, di quelli che ti lasciano un disagino non indifferente addosso (come anche il bellissimo video), che sanno di casa ma anche di Erasmus.

Retta da una ritmica martellante di basso e pianoforte, e costruita su una struttura modulare in cui a ogni sezione corrisponde una sfumatura diversa, “Troppi (ok boomer)” cerca un punto di equilibrio fra la profondità della musica d’autore e la memorabilità di una canzone pop; e così facendo racconta dell’alienazione in cui tutti siamo immersi, non avendo ancora compreso, della maggior parte delle cose del mondo, se ci ripugnano o ci affascinano.

 

Se avete amato Jack Savoretti e quel periodo di folk internazionale, ma ora avete voglia di qualcosa di più impegnativo, forse dovreste provare ad ascoltare Leif Vollebekk che con il suo “Revelation” ci accompagna nel suo personalissimo viaggio spirituale, raccontato qui in musica a tinte pastello. Un disco per i giorni di pioggia, per quando ci sentiamo completamente avvolti e in linea con il mondo esterno, testi narrativi ed estremamente autobiografici si combinano in  performance vocali registrate in una sola ripresa con arrangiamenti quasi cinematografici, magnifiche sonorità e un’orchestrazione ricca. Fa strano da dire, ma più che un disco è una vera e propria conversazione con Leif, di quelle che si fanno dopo una buona dose alcolica, con le mani nelle mani dell’altro, e lo sguardo alto.

 

E e a proposito di dischi internazionali, forse dovreste conoscere anche Albin Lee Meldau che da pochissimo ha pubblicato “Discomforts“, una confessione e un racconto personale sul suo percorso di disintossicazione dall’alcol, combinato con un’anima timida e poco irruente, che quasi ha paura di dare fastidio. Tematiche importanti, invadenti, e una storia condivisa, schiaffata in faccia, si mischia con una voce dolce che ci accompagna per mano, con la calma nordica di Albin. Allo stesso modo, anche musicalmente, come tematicamente, si mischiano influenze ossimoriche e intenti opposti: uno straordinario connubio di tutte le principali influenze di Albin, dal soul al reggae, dal blues all’alt-rock, legati insieme dalla sua voce inconfondibile.

 

É uscito anche il primo disco solista di Damon Arabsolgar, dei Mombao e no, non è come ve lo aspettereste: dimenticativi i trip emotivi, le atmosfere dell’est e la violenza della voce di Damon, quella che avete conosciuto, forse come noi, ad X-Factor con il progetto dei Mombao. Qui abbiamo un debutto solista sussurrato ed estremamente sussurrato, silenzioso e triste, un viaggio nell’anima che sa dei pomeriggi infiniti in mezzo alle montagne, dove questo disco è stato registrato, di viaggi e di dolori passati, elaborati, sentiti più volte negli anni, per poter arrivare qui. “La Caduta della Balena” è il fenomeno in cui un cetaceo di grandi dimensioni, morendo, scende lentamente a testa in giù, adagiandosi in una dorsale medio-oceanica, il punto più profondo della terra. Lì giace, dove le temperature sono abbastanza basse da conservarne la carcassa per molti anni e permettendole quindi di diventare il centro attorno a cui si crea un ecosistema di pesci abissali. E “Whale Fall” è proprio il nome di questo primo album.

 

Dada Sutra, che ha pubblicato il disco più strano che sentirete quest’anno. E non potevamo che non parlarvene, di questa piccola perla della playlist “Rock Italia” di Spotify: straniante, acida, piuttosto irriverente, il tutto a condire un amore che fa anche piuttosto male. Dada Sutra, alter ego di Caterina Dolci (impegnata anche nella formazione delle Bambole Di Pezza, come bassista), è uno dei nomi più interessanti della Milano più sotterranea e pulsante, con questo mix unico di jazz e alternative rock, come se PJ Harvey potesse convivere con John Coltrane (e se vi dovesse capitare di vederla live, probabilmente capireste di cosa stiamo parlando). Se vi piacciono gli alieni, le ragazze complicate, le favole horror e un retrogusto di sangue, se vi siete appena lasciati e siete un po’ incazzati, oggi abbiamo il disco per voi e si intitola “questo amore mortale“. Tutto minuscolo perchè il rancore non fa mai troppo rumore.

 

Esiste un collettivo a Milano, che si chiama Conserere, che organizza delle residenze artistiche bellissime… E da pochissimo si è conclusa una delle ultime edizioni. Loro sono un gruppo autogestito e autofinanziato di musicisti, attivi dal 2016 che ormai da qualche anno si riuniscono una settimana all’anno in uno spazio in zona Corvetto. L’obiettivo è mettere insieme due concerti, coordinati da ospiti internazionali, quest’anno dal 9 al 14 settembre con Barbara Tongander (Svezia) e Maria Grand (Svizzera). L’idea che muove Conserere è quella che possa esistere una collettività che tutela la crescita degli individui, che a loro volta attraverso la propria crescita rendono viva e sana la comunità in cui vivono. Tramite la pratica dell’improvvisazione si esercita il corpo a reagire in maniera creativa e immediata a situazioni inaspettate ed estemporanee. In questo senso, si pone l’attenzione sull’improvvisazione sia come pratica di innovazione che di adattamento, intendendo nel primo caso una ricerca spinta dalla volontà di scoperta, nel secondo dalla necessità di adattamento.

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