Album Review: Fenne Lily “Breach”

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La solitudine e l’isolamento volontario, ma anche la forza e il coraggio sono le tematiche evidenti del nuovo album di Fenne Lily, che prende il nome di “BREACH”.
L’album, in uscita il prossimo 19 settembre per la Dead Oceans, racconta, come se fosse un vero e proprio diario dell’artista inglese, pezzi di vita e anche parti legate a una tematica che viene trattata con le pinze da alcuni (molti in realtà) artisti: la malattia mentale, o depressione, o qualsivoglia la si voglia chiamare.

 

La forza di Breach non sta solo nell’esprimere forti emozioni, compresa quella della forza di volontà di volersi isolare a tutti i costi (prima del Covid, l’artista ha passato un mese in solitudine a Berlino, alla quale dedica anche una canzone), ma di raccontare una buona parte di vissuto ed esperienze personali tra ballads, canzoni piuttosto malinconiche e sogni ad occhi aperti.
Breach risulta, inoltre, un album brillante, alle volte contraddittorio, ma ipnotico, aspetto grazie al quale l’ascoltatore resta fortemente incollato e ipnotizzato, per via della delicatezza di questa voce suggestiva e nostalgica.
L’abum presenta dolci tenerezze, una voce rilassante e da sognatrice, una misera lo-fi “I’, Nietzsche” e la brillante “Birthday”.
Canzoni che sembrano delle dolce ninne nanne, che possono sembrare introverse e poco espressive, quando in realtà sono un’esplosione di sentimenti e la voglia di curare la propria salute mentale attraverso un album unico, dolce e di rara bellezza (gli archi nella finale “Laundry and Jet Lag” o in “Elliott”, per esempio, sono di un’altra dimensione).
Fenne Lily con il suo Breach, insomma, cerca non solo una via di fuga, ma parla di onestà, ci parla a cuore aperto delle proprie sensazioni e si pone, come noi tutti del resto, continue domande su questo mondo in evoluzione, tra realtà, social network e sogni ad occhi aperti.

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