Recensioni: Suck On Light, il quarto album studio degli australiani Boy & Bear

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‘Suck On Light’ è il quarto album studio degli australiani Boy & Bear che tornano dopo quattro anni da “Limit of Love”.
Il disco esce oggi su etichetta Nettwerk Music Group e segna l’inizio di un periodo di rinascita dopo i problemi di salute del cantante.
L’album è un bellissimo incontro fra classico e moderno. I musicisti stessi affermano: “We still wanted ’70s tones, ’70s drum tones and guitar tones, we still wanted to embrace harmonies, but we wanted to push it more into the 21st Century and mess with it a little bit, more than we had in the past.”
Ma ora passiamo all’ascolto delle singole tracce.
L’album ha un inizio breve con le voci a cappella, ma subito si fanno spazio chitarre, percussioni e tastiere nel brano Work of Art. Il basso entra a brano inoltrato. L’atmosfera è un ottimo mix di rock e folk. Il rock si respira principalmente a fine brano, quando si fanno predominanti le chitarre elettriche. Un finale grintoso ci prepara a Suck on light il cui intro cede passo alle tastiere. La canzone, rilassante e allo stesso tempo ritmata, presenta anche dei violini, soprattutto dalla parte centrale. Questo brano, omonimo dell’album, presenta già un bellissimo videoclip. Il finale in dissolvenza ci accompagna dolcemente verso Bird of Paradise, in cui predominanti sono la voce calda del frontman e il basso elettrico. Non mancano le chitarre e tastiere che costituiscono una caratteristica distintiva del sound. Le ritmiche folk donano sempre una grinta di fondo che è presente, ma non sovrasta gli altri elementi: come nell’intro, anche nel finale predomina la voce.
Telescope è un brano energico e molto ritmato in cui sono ancora fortemente presenti le tastiere. I cori e gli accattivanti giri di chitarra lo rendono un brano molto orecchiabile e che facilmente ci ricordiamo anche ai primi ascolti. Un intro invece più soft con arpeggio di chitarra è di Dry Eyes per un brano romantico e sognante. Un’atmosfera simile la troviamo in Long Long Way, brano che alla fine esplode in un connubio di violini, chitarra acustica e tastiere.
Off my head è un viaggio introspettivo guidato dalla voce del frontman Dave Hosking. Anche questo brano è molto orecchiabile grazie anche alla frase che si ripete spesso: “Off My Head”. Bad people è un brano riflessivo, in cui predomina il basso che ci accompagna al singolo primo estratto dall’album, Hold on your nerve, per il quale vi è anche un video. Il brano racconta di rinascita, di essere forti nonostante le difficoltà. Il singolo viene molto apprezzato soprattutto dalle radio australiane, ma non solo; raggiunge anche la prestigiosa BBC Radio 6 Music. È una rinascita e un gran ritorno in tutti i sensi.
L’energia prosegue in Rocking horse, forse il brano più classic rock dell’album. Chitarre potenti e voce che ci rende sempre sognanti.
Si ritorna più al folk rock con gli ultimi due brani, BCS e Vesuvius, sul quale la linea del classic rock e della nuova modernità s’intrecciano perfettamente. Quest’album è molto grintoso e piacevole all’ascolto, e ci immaginiamo che possa essere interessante ascoltarlo dal vivo.
Boy & Bear saranno in Italia per un concerto lunedì 17 febbraio 2020, a Milano, al Circolo Magnolia.

 

Per altre informazioni sul tour, andate nei siti: www.comcerto.it e www.boyandbear.com.

TRACKLIST
1. Work of Art
2. Suck on Light
3. Bird of Paradise
4. Telescope
5. Dry Eyes
6. Long Long Way
7. Off My Head
8. Bad People
9. Hold Your Nerve
10. Rocking Horse
11. BCS
12. Vesuvius

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