Photogallery: Franz Ferdinand – Cavea del Teatro dell’Opera di Firenze, 11 luglio 2019

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Passano spesso dall’Italia i Franz Ferdinand, ma per ricordarli a Firenze dobbiamo fare un salto indietro di quasi quattordici anni, al dicembre 2005, in cui gli allora quattro – oggi cinque – di Glasgow erano sulla cresta dell’onda dell’Indie anni zero: il loro secondo, incredibile disco “You Could Have it so Much Better” aveva pochi mesi di vita e la maggior parte degli spettatori presenti ieri sera alla Cavea erano su per giù ventenni. Tempi diversi, tanto, ci voleva poco quindi ieri sera a farsi pervadere dalla nostalgia, che gli stessi Franz Ferdinand hanno alimentato con una scaletta dedicata per la maggior parte proprio ai successi dei loro primi dischi.
All’apparenza gli anni passati un po’ si vedono, quello che non hanno intaccato sono però la grinta e il modo in cui ancora impeccabilmente la band sa trascinare il suo pubblico, soprattutto grazie all’estro e al calore di Alex Kapranos.
Ci è mancato un po’ Paul Thomson, che ha dovuto abbandonare il tour pochi giorni fa a causa di un infortunio, rimane insostituibile la chitarra di Nick McCarthy anche se il suo degno sostituto Dino Bardot ci piace, e tanto, anche perché con la sua sola presenza ci ricorda che a cavallo tra questi due primi decenni degli anni 2000 sono passate come meteore band incredibili che a noi ventenni di allora mancano tantissimo, come quel gioiellino che sono stati per una manciata d’anni e un paio di dischi i 1990s, di cui Bardot ha fatto parte.
Una serata incredibile insomma, da brividi e un po’ di commozione a tratti. La Cavea si conferma un posto magico per la musica ed è bello che finalmente, dopo qualche anno di abbandono, ritorni a splendere come merita.
In apertura c’erano i Mini Mansion, le foto sono di Eleonora Birardi.

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