Nate nella periferia sud-ovest di Milano con l’irriverente missione di strappare qualche sorriso in più tra i musi lunghi del quartiere, Le Donnole non sono una band come le altre. Nei loro brani c’è un mondo fatto di volti, storie, e contraddizioni: dai personaggi più strambi incontrati per strada alle grandi ferite collettive, come l’Ilva di Taranto o il conflitto curdo-turco, il tutto raccontato con uno sguardo cinico, ironico, e profondamente lucido sulle storture del presente. Di recente, Le Donnole sono tornate a farsi sentire con il singolo “Fuori Orario”, uscito in digitale lo scorso 20 giugno, un brano che vibra tra chitarre taglienti, pulsazioni urbane e immagini notturne, accompagnato da un video che va ben oltre la semplice definizione di “videoclip musicale”: un vero e proprio cortometraggio di 7 minuti scritto e diretto da Dario D’Oro, capace di amplificare ancora di più le atmosfere visionarie e sopra le righe del pezzo. Con il loro mix di rock alternativo, ironia e cantautorato contemporaneo, Le Donnole continuano a muoversi controcorrente, senza mai smettere di raccontare la realtà a modo loro.
Per cominciare potete dirci come è nata l’idea di farvi chiamare Le Donnole?
Camaleonti, Gufi, Cani e Condors erano già tutti presi. “Le Donne” ci piaceva ma avrebbe creato troppa confusione, così abbiamo optato per un vezzeggiativo.
Come descrivereste la scena musicale di Milano? C’è qualcosa che amate particolarmente di questo ambiente e qualcosa che invece vorreste cambiare?
Un po’ troppo seria, un po’ troppo seriosa. Amiamo particolarmente quando ci pagano o quantomeno ci fanno bere gratis. Cambieremmo volentieri il nostro regno per un cavallo.
Parliamo delle vostre esibizioni live: qual è stato il concerto che più di ogni altro non dimenticherete mai?
Potremmo dire, senza molta fantasia, il primo a Corsico, ormai quasi tre anni fa, in quanto appunto primo. Potemmo dire, in maniera ancora più scontata, quello di marzo 2025 alla Fabbrica del Vapore per il grande seguito.
Ma ancora più banalmente opteremmo per: “quello che deve ancora venire”.
Come riuscite a far convivere la vostra voglia di “leggerezza” con la necessità di fare anche denuncia sociale?
Nella stessa esatta maniera in cui il/la Presidente/a Meloni riesce a fare convivere le diverse anime della maggioranza di governo.
Come sarà l’estate delle Donnole?
Sudaticcia e dal forte odore di pesce fritto.