Hotel Monroe: Proviamo a creare un immaginario intorno ai nostri brani

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Dopo aver tracciato nuovi percorsi sonori con i singoli “Aria” e “Non sei”, gli Hotel Monroe tornano con un brano che segna una svolta ancora più profonda nel loro percorso artistico. Si intitola “Africa” ed è disponibile dal 13 giugno 2025 su tutte le piattaforme digitali. Ma definirlo solo un “nuovo singolo” sarebbe riduttivo. “Africa” è una traccia che si muove tra suggestione e riflessione, tra immaginazione e consapevolezza, rifiutando ogni definizione netta.

 

Nel comunicato che accompagna l’uscita, la band parla apertamente della difficoltà – e forse dell’impossibilità – di racchiudere un concetto tanto vasto come “Africa” in una sola canzone. Ne emerge una tensione dichiarata: quella tra il desiderio di raccontare e la consapevolezza dei propri limiti. Il risultato è un brano che non descrive, ma evoca; che non impone, ma lascia spazio. Una scelta coraggiosa, in un panorama musicale spesso dominato da messaggi diretti e strutture prevedibili.

Con una scrittura sempre più essenziale e un sound che mescola elettronica, rock e ambientazioni rarefatte, gli Hotel Monroe dimostrano di voler andare oltre le etichette. “Africa” è, a tutti gli effetti, una dichiarazione d’intenti: esplorare l’ignoto senza cercare risposte facili.

Congratulazioni per l’uscita di “AFRICA”. Come si colloca questo singolo all’interno del vostro processo creativo, e c’è stata una genesi particolare per questo brano rispetto ad altri?

Grazie. È la prima volta che parliamo di una terra, di un continente…reale. Abbiamo spesso parlato di mondi futuri, immaginari. Forse il merito va a quel giorno, all’Istituto Penitenziario di Rimini durante il Nuovi Mondi Prison Tour. Alla fine del nostro live chiedemmo se qualcuno voleva cantare o suonare qualcosa. Un ragazzo del Mali salì sul palco, prese il microfono e si mise a cantare. Pareva una preghiera, sentita, profonda dal centro del cuore. Una voce sconosciuta, in una lingua che chiaramente non capivamo, ci colpì nel profondo…Da qui nacque sicuramente l’idea, poi approfondita grazie alla lettura di alcuni libri legati al continente africano.

Il comunicato mette in evidenza la complessità del concetto di “Africa”. Qual è stata la vostra maggiore sfida nel trasformare un’idea così vasta in una canzone accessibile al pubblico?

La sfida principale per noi è sempre la medesima, ovvero cercare di non cadere nel banale, nel “troppo didascalico”. Proviamo a creare un immaginario intorno ai nostri brani, quasi come se fossimo i registi di un film…Sicuramente un tema a noi sconosciuto o lontano, come in questo caso l’Africa, è più delicato da trattare poiché non abbiamo esperienze in prima persona, ma sentivamo il bisogno di intercettare questa “energia” e metterla in musica e parole. Vedremo se, come dici tu, il brano sarà “accessibile” al pubblico…

Essendo una band di Parma, quanto le vostre radici o le esperienze culturali locali influenzano il modo in cui vi approcciate a temi globali come quello trattato in “AFRICA”?

Le nostre radici, solide e forti nell’Appennino (siamo di Tizzano Val Parma), ci accompagnano da sempre, nella vita così come nell’esperienza artistica, tanto che il nostro genere lo abbiamo definito “Electro Rock Padano”, dando appunto un connotato geografico al nostro sound…
Le esperienze di ognuno di noi, di qualsiasi genere, ovviamente influenzano la scrittura e la genesi delle canzoni..

La band è quello “strumento” nelle nostre mani che, se lo vogliamo/riusciamo, ci permettere di tuffarci nella complessità di ogni situazione, dando chiavi di lettura “nuove” e quindi in qualche modo ci permette di entrare nella “complessità” del mondo che ci circonda…
Difficilmente abbiamo delle risposte, ma per lo meno capita di porsi domande che di questi tempi è già di per se rivoluzionario…

Qual è il vostro obiettivo principale nel pubblicare singoli come “Aria”, “Non sei” e ora “AFRICA” prima dell’uscita del vostro secondo album? State cercando di costruire un percorso specifico?

Obiettivo è fare musica e trasmettere al pubblico ciò che abbiamo visto, scoperto, vissuto perché abbiamo sperimentato che “può fare bene”…

Non abbiamo sponsor e finanziatori, ma con sforzi, impegno e passione da 20 anni facciamo musica. Roba figa, unica nel suo genere. Può piacere o non piacere, ma il nostro progetto ha un valore!

Guardando al futuro, quali sono le vostre speranze e aspettative per l’impatto di “AFRICA” e del prossimo album sul pubblico e sulla vostra carriera come Hotel Monroe?

La speranza è sempre quella di produrre musica che piaccia, e che possa dare alle persone riflessioni ed emozioni positive. Speriamo che il nostro sound arrivi più lontano possibile nella penisola. Ci vorrebbe un’apertura a qualche bel nome come accadde qualche anno fa con The Zen Circus…

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