Seriole è un progetto musicale che nasce nel lontano 2022 da una pessima idea di Simone Bassani, Davide Mazzola e Niccolò Rebuffoni. Il rapporto amorevole/sessuale tra i tre amici ha dato alla luce il primo Ep “Mediocre” nel 2023. Nel 2025 tornano sull’internet con il primo brano del nuovo Ep “Decadi” (l’accento a piacimento) dal titolo “Cartapesta”. “Cartapesta” è una donna effimera, capace di risvegliare nelle sue vittime un desiderio tangibile di contatto. Tra le rughe delle sue risposte contraddittorie, ci si perde, finendo per innamorarsene, intrappolati più della colla vinilica di Giovanni Muciaccia. Nemmeno le forbici dalla punta arrotondata, né le pagine dei giornali che segnano i giorni senza di lei, riescono a farcela dimenticare. Alla fine, ciò che resta di Cartapesta è solo il nostro cuore, stanco e alla ricerca di un appiglio. “Cartapesta” è per tutti quelli che hanno vissuto questa sensazione.
Abbiamo colto l’occasione per intervistare il trio e farci raccontare qualcosa di più sul loro progetto musicale:
Chi ha ispirato il personaggio della donna “Cartapesta”? E che cosa ha di autobiografico, riguardo le vostre vite?
Cartapesta è una di quelle persone che restano addosso. Non perché ci siano rimaste davvero, anzi, forse proprio il contrario.
Qualcuno di noi giura di averla vista, qualcun altro la sente ancora nell’odore del tabacco freddo sul colletto di un cappotto. È una figura che si forma quando ci si ostina a cercare qualcosa dove non c’è più nulla — o forse non c’è mai stato.
Autobiografico? Be’, mettiamola così: è una storia che conosciamo fin troppo bene. Quella sensazione dolceamara di una relazione che non esplode mai davvero, ma ti lascia comunque i postumi.
Come si è formato il progetto Seriole? Quando avete capito che effettivamente era arrivato il momento di pubblicare la vostra musica?
Il progetto Seriole è nato un po’ come certe cene improvvisate tra amici che non si vedono da anni: nessuno lo aveva pianificato, ma serviva.
Durante il Covid le nostre vite sono andate in cortocircuito, e in quel silenzio forzato ci siamo ritrovati a pensare a ciò che ci faceva sentire vivi prima che tutto si inceppasse.
Così, strumenti alla mano (che nel frattempo avevano fatto ragnatele), siamo tornati a suonare. All’inizio più per terapia che per ambizione. Ma quando ci siamo riascoltati, abbiamo capito che forse era il momento giusto per far sentire quelle canzoni anche agli altri. Tipo terapia di gruppo, ma con un bel giro di basso.
E come siete entrati in contatto con Plus MGMT, e che ruolo ha un management effettivamente nel 2025 dove, apparentemente, si può fare tutto da soli?
Con Plus MGMT non ci siamo trovati: ci conoscevamo già. È uno di quegli amici veri, di quelli che ti vedono crollare, sparire per anni, e poi tornare con una demo storta in mano e ancora la voglia di crederci.
Quindi più che un incontro, è stata una reunion con qualcuno che sapeva già dove mettere le mani senza troppi discorsi.
Nel 2025 si può fare tanto da soli, è vero. Ma chi ha detto che farlo insieme non sia meglio? Avere un management come il nostro è come viaggiare con un vecchio amico che conosce tutte le scorciatoie, ma ti lascia comunque sbagliare strada per vedere dove finisci.
E che consiglio dareste a chi si ritrova un cuore di cartapesta?
Innanzitutto: benvenuti nel club.
Un cuore di cartapesta è leggero, fragile e brucia in fretta se lo avvicini troppo a certe persone. Ma ha anche il pregio di saper sentire le cose piccole, i dettagli che gli altri ignorano.
Il consiglio è: non cercare di renderlo di ferro. Proteggilo, ma non imbalsamarlo. E se si rompe? Colla vinilica, un po’ di pazienza, e magari una canzone giusta al momento giusto. Funziona più della terapia, non ditelo allo psicologo!
E come sta andando il vostro 2025?
Stiamo scrivendo molto, cercando di incastrare tutto tra lavoro, vita e strumenti da sistemare. Suoniamo dove capita, quando capita. Cerchiamo di non prenderci troppo sul serio — anche se, ogni tanto, ci ricaschiamo.
Il 2025 è partito forte: diretto, intenso, e ci ha già messi alla prova più di una volta.Tra poco esce il nostro nuovo EP, Decadi — o Décadi, scegliete voi dove mettere l’accento — e non vediamo l’ora di farvelo ascoltare. È un lavoro che ci rappresenta, nato tra il divano e lo studio, tra mille note vocali su WhatsApp. La prima traccia è Cartapesta. Ci sembrava il modo più giusto per iniziare: è da lì che siamo ripartiti, da quella fragilità che conosciamo bene e che, in fondo, ci ha riportati a suonare insieme.