Già anticipato dal singolo in italiano “Buonanotte” e dal video, torna isygold con un EP di debutto interamente in inglese dal titolo “Popogatapec“. Un disco più colorato e innervato da strumenti e suoni differenti: quattro brani che esprimono anche altrettanti generi e mondi diversi, per un quadro totale più maturo e completo, un viaggio onirico da Milano al Messico e ritorno, disponibile su tutte le piattaforme digitali da lunedì 18 novembre 2024(in distribuzione Believe Music Italy).
Di lui abbiamo capito che non gli piacciono molto le foto e le interviste, ma va bene così. Abbiamo cercato di entrare nel mondo criptico di isygold, quasi quanto il titolo di questo debutto.
Qual è il significato di “Popogatapec”, il tuo primo EP?
Questa strana parola è una versione errata del nome di un vulcano messicano, contenuta dentro il romanzo Infinite Jest; una lettura che mi ha accompagnato durante parte della registrazione dei brani. Mi piaceva il suono quasi infantile e primordiale del vocabolo. Per il significato artistico/musicale, invece, dire che è la sintesi di una ricerca sonora compiuta nel 2024 – ibridando più generi possibili.
A che periodo fanno riferimento questi brani che hai condiviso in questo disco? Ti capita mai di sentire dei tuoi stessi brani appena pubblicati, come se fossero ormai troppo vecchi? Che sensazioni provi quando riascolti questo disco?
La sensazione è quella di insoddisfazione cronica, credo un sentimento comune per chiunque abbia il coraggio di mostrare la propria arte. È il prezzo da pagare per volersi esporre. Lo iato temporale delle canzoni presenti nell’EP va dalla fine del 2022 (Butterfly) ad aprile 2024 (Oh Now).
Come ti sei trovato al Frequenze Studio, e come ti sei affidato a nomi come Pietro Foresti e Luca Urbani? Ti è difficile per te delegare a qualcun altro?
Dopo una minuziosa ricerca ho capito che Pietro e Luca (e, in parte, anche Vincenzo Giacalone) erano gli esseri umani adatti a intraprendere questo percorso musicale. Frequenze Studio è un porto sicuro fuori dalla schizofrenia di Milano. Delegate è naturale – il gioco di squadra è fondamentale in sfide come queste.
Com’è il tuo rapporto con Milano e con la sua incredibile pressione sociale?
Odi et amo. E’ la mia città, ma la trovo sempre più fredda, distante e disumana. Anche per questo ho scelto professionisti che lavorassero in provincia.
E cosa c’è nel futuro di isygold?
Sicuramene tante altre pubblicazioni – a partire da febbraio/marzo – perché ci sono ancora tante canzoni nel baule da mostrare.