MAIA prosegue il suo percorso artistico con Il Funerale, un nuovo singolo accompagnato da un videoclip che amplia l’impianto narrativo introdotto con Cuore. La scelta di strutturare la pubblicazione come un prequel permette di indagare l’origine emotiva del conflitto mostrato nel brano d’esordio, introducendo un tassello che aiuta a comprendere la logica interna del progetto. L’artista rimane fedele alla propria identità, costruita sull’intreccio tra dimensione visiva e scrittura musicale, impiegando un linguaggio che si muove tra pop, immaginario cinematografico e analisi psicologica.
Il brano affronta una dinamica relazionale complessa: dieci giorni di silenzio da parte del partner vengono interpretati come un lutto reale, fino alla scoperta del tradimento. La metafora del funerale immaginario diventa un dispositivo narrativo utile a rappresentare la confusione emotiva di un distacco improvviso, senza ricorrere a toni melodrammatici. La scrittura del testo si mantiene lineare, orientata verso la descrizione di uno stato mentale più che verso la ricostruzione degli eventi, favorendo una lettura che mette al centro il vissuto della protagonista.
Il videoclip contribuisce in modo significativo alla costruzione del significato. La regia alterna scene statiche ad altre più dinamiche, creando una distanza temporale tra l’immobilità emotiva della protagonista e il procedere degli eventi. L’uso di strumenti digitali, integrati con software tradizionali, non mira a stupire sul piano tecnico, ma a definire un immaginario coerente con la narrazione. L’estetica retrò, con colori desaturati nelle sequenze del funerale e toni più caldi nella scena del tradimento, rafforza il contrasto tra illusione e realtà. Il rosso, già presente in Cuore, ritorna come elemento simbolico, contribuendo alla costruzione di un universo visivo riconoscibile.
MAIA mostra ancora una volta un approccio orientato alla serializzazione, una scelta rara nel panorama pop contemporaneo. Il Funerale non è un brano pensato come prodotto isolato, ma come capitolo di una storia più ampia. Questa impostazione consente all’artista di muoversi in un territorio ibrido tra musica e narrazione audiovisiva, valorizzando la coerenza stilistica e tematica del progetto. Il risultato è un lavoro che non punta sull’impatto immediato, ma sulla costruzione progressiva di un’identità artistica definita e riconoscibile.