Intervista al duo THE UNCLES: “Quelli che non si trovano” è il nuovo singolo

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The Uncles è un duo acustico veronese nato dall’amicizia tra Dario e Riccardo e dalla loro comune passione per la musica come mezzo di espressione. Entrambi hanno frequentato per anni la stessa scuola di canto, ma si sono conosciuti solo casualmente a fine 2018, durante una manifestazione di beneficenza in cui si sono esibiti. Da quell’incontro è nata l’idea, inizialmente informale, di trovarsi per cantare insieme, per puro piacere. Fin dalle prime prove, però, hanno subito percepito la potenzialità dell’unione delle loro voci, che è diventata gradualmente il loro marchio di fabbrica. La loro naturale capacità di armonizzare e giocare con le voci li ha portati a creare un progetto musicale che, inizialmente, si è concentrato sul ri-arrangiamento di brani già noti e, successivamente, sulla scrittura e produzione di pezzi originali. Dopo “Ho respirato”, “Io e te” e “Quello che rimane” sta per arrivare un nuovo brano: “Quelli che non si trovano”. I The Uncles hanno iniziato a vivere esclusivamente di musica da qualche anno, trasformando la loro passione in una professione. Oggi si dedicano principalmente alla musica dal vivo, ma rimangono curiosi di scoprire quali nuove avventure musicali il futuro riserverà loro.

Abbiamo chiesto loro di dirci qualcosa di più sul progetto:

Partiamo dal nome del vostro progetto: perché Dario e Riccardo decidono di farsi chiamare The Uncles?

In perfetto stile anacronistico, abbiamo frequentato un’accademia di canto a un’età un po’ più tarda rispetto alla media e per gli altri allievi, una in particolare, eravamo “gli Zii”. Al momento di decidere il nostro nome, ci siamo ricordati di questi aneddoti e abbiamo semplicemente inglesizzato ciò che già per molti eravamo, gli zii appunto.

“Quelli che non si trovano” è un titolo piuttosto evocativo. A chi o a cosa vi riferite esattamente? Chi sono questi “introvabili”?

Si riferisce a esperienze di vita che abbiamo vissuto in prima persona. A tutti è capitato di avere un rapporto a cui si era particolarmente legati, ma che a un certo punto sembra smettere di funzionare: tutto ciò che prima appariva semplice diventa improvvisamente difficile, e si rischia di perdersi, di non trovarsi più.

Qual è l’impronta più riconoscibile della vostra musica?

Le armonie vocali. Non possiamo farne a meno. Creiamo tensioni ed emozioni che riescono a farci esprimere ancora meglio ciò che stiamo dicendo. E poi la nostra penna. Siamo diversi ma scriviamo entrambi dei brani diretti, sinceri, veri.

Come è nata la collaborazione con Studio2 e in che modo ha arricchito il vostro progetto?

Una sera eravamo a suonare in un Hotel, e fra il pubblico c’era proprio Christopher. La stima reciproca è stata immediata e da lì è nata la nostra prima collaborazione. Lui ha saputo tradurre in termini di produzione il nostro stile, le nostre sensazioni, senza stravolgerlo, ma cercando la coerenza che volavamo anche noi. Una cosa non scontata a nostro avviso.

Programmi live per i prossimi mesi?

Continuiamo ad esibirci nei locali del Veneto, zona in cui abitiamo, ma anche in giro per l’Italia il più possibile. Speriamo di poter portare la nostra musica sempre più lontano.

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