Il tempo: spesso è lui a dettare le regole, a farci incontrare persone troppo presto o troppo tardi, a renderci impreparati di fronte a situazioni che avrebbero meritato tutta la nostra attenzione. Ed è proprio di questo che parla “Acqua e limone”, il nuovo singolo del cantautore Le rose e il deserto. Un brano che, con la sua melodia suggestiva e uno sguardo consapevole, esplora la malinconia degli incontri fuori sincrono, dei tempi scaduti e di quelle occasioni che ci scivolano via dalle mani.
Ma cosa ci resta quando la vita si diverte a prenderci alla sprovvista? Le rose e il deserto ci suggerisce una risposta semplice ma profonda: un bicchiere di acqua e limone, la bellezza di un pomeriggio d’amore e qualche canzone da cantare. Dietro questo progetto artistico c’è Luca Cassano, classe 1985, un artista poliedrico che ha già alle spalle un EP (“Io non sono sabbia”, 2020), un disco d’esordio (“Cocci parsi”, 2022) e due raccolte di poesie. Con “Acqua e limone”, Le rose e il deserto ci invita a riflettere sui tempismi sbagliati e sulla capacità della vita di sorprenderci, il tutto accompagnato da un arrangiamento curato in ogni dettaglio. Siamo pronti a scoprire il resto della strada che Luca ha ancora da percorrere.
Canti: “capita di non riuscire a godere della bellezza”. Come si scrive una canzone quando si è in quella disposizione d’animo?
Come sempre: guardandosi dentro e cercando di seguire con onestà e senza troppa paura le emozioni che ci spingono a prendere matita e foglio.
“Acqua e limone” sembra quasi sospesa, come se fosse figlia di un tempo interrotto. È nata così anche nella scrittura?
Acqua e limone è nata da un blocco, si: da un (lungo) periodo in cui dentro sentivo come un tappo alla capacità di emozionarmi, di lasciarmi andare, per colpa di un sacco di cose che erano successe nel periodo in cui la canzone è stata scritta (più o meno nel giugno 2023) e poi anche nei mesi successive. E poi succedeva che questo tappo, in qualche modo, bloccava, sospendeva, anche il tempo stesso in cui la canzone è stata scritta.
Usi spesso parole semplici, immagini comuni. È una scelta consapevole o un’urgenza espressiva?
Secondo me la scrittura, sia quella poetica che quella musicale, deve essere evocativa e non esplicativa: mi piace che i miei testi parlino delle mie emozioni e facciano provare emozioni al lettore/ascoltatore senza però cadere nella retorica, senza nominare direttamente l’emozione che si vuole evocare. Questo mi permette anche di parlare delle mie emozioni in maniera più distaccata, meno coinvolta: mi piace anche nasconderle le emozioni fra i versi.
Da artista, ti senti più attratto da ciò che funziona o da ciò che manca?
Torno sempre a parlare di emozioni: mi attrae ciò che muove qualcosa di forte dentro, sia esso un amore fortissimo, un lutto improvviso, la libertà di un tramonto in Sardegna.
Hai pubblicato poesie oltre a musica. In “Acqua e limone” si sente una certa misura poetica: ci hai pensato mentre scrivevi?
C’è sempre grandissima contaminazione fra la mia scrittura poetica e quella musicale, in alcuni casi sono quasi la stessa cosa (“Aprile”, canzone del disco “Cocci sparsi” del 2022 è nata da una poesia). Al netto delle rime/assonanze e alla metrica più uniforme che sono richiesti nei versi di una canzone, faccio sempre molta fatica a non guardare alle strofe delle mie canzoni come a delle poesie con sotto una melodia.
Hai un pubblico che ti segue anche nella scrittura non musicale. Cosa ti dicono quando ascoltano i tuoi brani?
E’ sempre bello quando chi ascolta le canzoni trova la stessa magia poetica che ha trovato nei libri di poesie.