In.Visible si racconta: essere aperti alle sonorità

0

L’estate è alle porte, e con essa il desiderio di leggerezza, di notti che si sciolgono all’alba e di dancefloor illuminati dalle luci stroboscopiche. È proprio in questo scenario evocativo che In.Visible, alias Andrea Morsero, torna a farsi sentire con il suo nuovo singolo “I’m not sorry”. Un brano che è molto più di una semplice traccia da ballare: è un vero e proprio racconto di vita notturna, un’ode al groove e alla libertà di espressione, dove la nostalgia incontra la voglia di muoversi e lasciarsi andare.

Dopo il remaster di “Exotic White Alien” che aveva già fatto intuire una svolta sonora, “I’m not sorry” sancisce la nuova rotta di In.Visible: un’immersione totale nel territorio della nu disco e della scena francese degli anni ’90 e 2000. Il singolo è frutto di un lavoro di squadra che ha visto la partecipazione di musicisti e produttori di lungo corso come Gianluca Manini, Daniele Catalucci e Max Paparella, insieme alla new entry Luca ‘Bittì’ Cirio. Una vera e propria famiglia musicale che ha saputo dare vita a un brano dal respiro internazionale, sospeso tra il funk del basso, il four on the floor delle batterie e il tocco psichedelico del Fender Rhodes.

Non manca la componente visiva, affidata all’artista contemporanea Giulia Ranzanici (ReginaQueen), che ha realizzato la cover “VIRTUAL LOVE”, perfetta sintesi tra pop art e suggestioni anni ’80. Con un piede nella pista da ballo e l’altro nella dimensione più intima del racconto personale, In.Visible ci invita a perderci nelle storie sussurrate tra sconosciuti e nei passi di danza che sfidano il silenzio dell’alba. In questa intervista, esploreremo le radici di questo nuovo singolo, le collaborazioni che lo hanno reso possibile e le ispirazioni che hanno guidato Andrea Morsero in questo nuovo capitolo del suo percorso artistico.

Il tuo nuovo singolo arriva dopo il remaster di “Exotic White Alien”. Come si collega questo brano al tuo percorso artistico?

Si collega dando vigore a quello che per me è il senso stesso della musica, cioè essere aperti ad accogliere sonorità e sfumature differenti. Così come nella vita. È questo che voglio che trasmetta la mia musica.

L’atmosfera evocata dal singolo è leggera ma intensa: come lavori per creare questo equilibrio nei tuoi brani?

Non c’è una formula ben chiara. Magari mi innamoro di un suono o di un beat e cerco di crearci una narrazione intorno. Poi quando la trama è chiara provo ad impreziosirla con degli elementi che diano un sapore impercettibile a volte ad una canzone ma che ne arricchisca il racconto sonoro.

“I’m not sorry” sembra anche un inno alla libertà di espressione. È così?

Si. Sono un uomo per nulla giudicante verso gli altri , libero e che crede nelle libertà altrui. Ognuno di noi ha le proprie verità che ci insegnano a camminare giorno dopo giorno

Hai parlato di ispirazioni francesi e del Philly sound. Come li hai reinterpretati a modo tuo?

Spero in forma molto rispettosa. Io provo grande gratitudine per la musica che mi ha ispirato ed un senso di devozione profonda. Nella mia vita c’è tanta musica e mi piace avere la possibilità di esprimere un certo eclettismo , reinterpretandolo con quella che è la mia cifra stilistica

La voce, registrata con l’aiuto di Luca Cirio, è molto evocativa: come nasce il lavoro in studio per dare la giusta intensità al brano?

In questo Bittì è stato fondamentale perché in studio devo essere guidato per dare una buona prestazione vocale e devo dire che lui è stato paziente e ha colto subito quali erano le chiavi interpretative esatte della mia voce e aiutato a delinearle in maniera definitiva

Stai già pensando a come portare questo brano in versione live?

Si e non nego che mi piacerebbe conferire una connotazione live al brano in una forma band più estesa rispetto ai set minimali a 2 o 3 elementi (se non in solo) adottati in questi anni

Share.

About Author

Comments are closed.