“
Fuori stagione” è il nuovo disco de
Il Lungo Addio, progetto di “cantautorato romagnolo” portato avanti dal musicista
Fabrizio Testa parallelamente alla propria attività solista.
Il disco, in uscita il prossimo
4 marzo, è anticipato dal primo estratto “
Dancing”
disponibile da oggi su YouTube e in radio, una canzone di “
rimpianti, amanti, fantasmi e noia mentre arriva l’alba e si esce dal dancing. Cosa fare? Tornarsene a casa o tornare a ballare?“.
Parallelamente a questo nuovo lavoro prenderà il via anche il nuovo tour, ecco le prime date confermate:
26 febbraio, Faenza house concert
27 febbraio, Roma Circolo Klamm
7 marzo, Milano Gattò
13 marzo, Milano Upcycle
“Fuori stagione” vede la compartecipazione di tre importanti etichette dell’underground italico più irregolare come Old Bicycle Records, Piadina Records e Wallace Recordsed è il secondo disco ad uscire dopo “Pinarella Blues” del 2014, esordio ufficiale del Fabrizio Testa cantautore che arrivava a sigillare un percorso di sei anni. Un periodo di tempo sancito dalla pubblicazione di sei lavori autoprodotti e un 7”.
“Pinarella Blues” trasportava un Fabrizio triste e provato dalle vicissitudini romagnole fra gli ombrelloni chiusi della spiaggia di Pinarella di Cervia. Dopo due anni il nostro si ripresenta con quell’immaginario decadente-esistenzialista – talvolta attraversato da un’amara ironia – che da anni ormai lo contraddistingue e con quell’inconfondibile sound a base di malinconiche ballate acustiche che qui assumono di tanto in tanto connotazioni pop, ipnotismi new-wave, tristi andature ye-ye e abrasioni rock prima d’ora inedite, mentre a fare da collante è la voce arrochita dal fumo di un crooner in disgrazia.
In altre parole “Fuori stagione” è forse il disco musicalmente più compiuto di Fabrizio Testa, anche grazie all’apporto di alcuni ospiti importanti come Xabier Iriondo(Afterhours, Todo Modo, Buñuel), Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra), Dany Greggio, Chet Martino (Ronin, QuasiViri) e Mirio Cosottini (Marco Parente, Xabier Iriondo).
E’ così insomma che gli otto brevi pezzi diventano piccole cartoline dove non mancano mai alberghi, spiagge e discoteche ma soprattutto sigarette, conquiste, sesso, cibo cattivo e pentimenti. Il tutto mentre la poetica di Fabrizio Testa si allarga da una dimensione “locale” ad una più cosmica, che lascia spazio anche ad una canzone sulla banda della Uno Biancae ad una dedica a Marco Pantani.
Per il resto ci si muove tra “…uomini soli, immigrati e puttane” sempre all’avventura, sbagliando e scordando qualsiasi insegnamento. Ci sono gli uomini in tuta, una tedesca, la sabbia, il dancing, il post-sbronza, un transessuale, il servizio di leva, le biglie. C’è un mondo intero in una chitarra ed una voce profonda, che canta l’amore dentro al blu.