Sotto la superficie leggera e colorata del testo si nasconde un mondo fitto di riferimenti: George Orwell, Pirandello, Schopenhauer e perfino Ottaviano Augusto affiorano in versi e immagini che evocano il conflitto tra verità e apparenza, realtà e illusione. Lo strappo diventa così un invito a interrogarsi su ciò che crediamo di sapere, su ciò che vediamo e su ciò che scegliamo di ignorare.
“Il brano nasce con un’anima bossa nova, caotica e confusa come la sensibilità del mondo, ma che si “strappa” improvvisamente, mostrando la realtà nuda, cruda ed eterea, trasformandosi in una ballata italiana dal tono popolare“, racconta Methos a proposito della canzone. Questo passaggio non è solo stilistico: è la rappresentazione sonora di un cambio di coscienza, un invito a guardare oltre il celebre velo di Maya e a vedere ciò che normalmente resta fuori fuoco.
Prodotto da Delco, con arrangiamenti curati da Methos stesso e Jacopo D’Arpino, Lo strappo intreccia chitarre acustiche e percussioni latine a un impianto cantautorale che si apre in un crescendo emotivo. La musica non si limita a sostenere il testo: lo moltiplica, lo amplifica, lo spinge verso una dimensione più ampia e universale.
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ISRC: ITAXQ2500131
si autorizza utilizzo per trasmissione radiofonica
Autori e compositori: Andrea Marano (Methos), Jacopo D’Arpino
Mix e master: Filippo Bruschi
Produzione: Francesco Del Corona