Esce venerdì 21 giugno 2024 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo dei Lyvers dal titolo “Punkanza” (a mesi di distanza dalla pubblicazione del loro ultimo brano, “Valeria“): un brano atipicamente estivo che racconta la fine di un amore, e lo fa attraverso “sofisticate citazioni a città elleniche della letteratura classica.”. Per dirla in maniera molto elegante: l’ascoltatore viene catapultato – da energetici ritmi che strizzano l’occhio alla meglio tradizione poppunkiana – nella prospettiva del protagonista (John Connors) vittima delle proprie delusioni amorose che cerca di superare trascorrendo una serata libertina e spensierata in un live club con musica dal vivo (nel quale suona il già citato complessino). Una serata all’insegna del famoso trio che si conclude con “…e Rock ‘n Roll” che porterà il protagonista alla scoperta di se stesso.
Il titolo “Punkanza” è una fusione di “punk” e “tanza” una municipalità di prima classe delle Filippine, situata nella Provincia di Cavite, nella Regione di Calabarzon.
Già ampiamente apprezzati, abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere direttamente con loro, e questo è quello che ne è uscito. Pronti?
- C’è stato un periodo, da Frank Zappa a Elio e Le Storie Tese, dove musica ed ironia spesso andavano d’accordo, oseremmo dire quasi di moda, ma sembra che quest’unione non sia più tanto attrattiva. Forse ci stiamo prendendo troppo sul serio?
Argh, domanda difficilotta! Diciamo che l’ironia nella musica è sempre stata vista un pò come un qualcosa che sottraeva validità al contenuto del programma musicale fino ad arrivare a costruire un’estetica e un’etica quasi vincolante per gli artisti e ci si dimentica che ad esempio Mozart ha scritto un canone chiamato Leck mich im Arsch (lasciamo ai più curiosi l’utilizzo di Google Translate). In Italia un buon 90% delle canzoni parla d’”ammore” e il restante 10% che non lo fa non viene passata in radio o “playata” su Spotify. Le nostre canzoni parlano di quello che ci fa ridere non perchè non siamo dei romanticoni, ma perchè ci viene più naturale fare i minchioni piuttosto che gli Antonio Banderas sudati e calienti. Ovviamente Elii, Squallor e Skiantos sono la bibbia.
- A chi è venuta l’idea di “PUNKANZA” e di cosa parla questo brano?
PUNKANZA nasce da una demo di Bhairav, una demo sparolata e senza una particolare destinazione. Una sera eravamo in saletta cercando idee per dei pezzi nuovi e una volta sentita abbiamo deciso di rimaneggiarla tutti insieme poi è rimasta lì in archivio per qualche settimana finchè John Connors non ci ha invitato a prendere una profetica biretta dove ci ha raccontato della sua ultima sventura amorosa dove per dimenticare la sua -da poco- ex, ha deciso di andare ad una serata al Magnolia dove ha incontrato le amiche di lei. Decisamente non un modo efficace per lasciarsi tutto alle spalle. Il ritornello è un’ispirazione divina del Presidente Hamburger che ha subito iniziato a canticchiarlo e niente, non ce lo siamo rusciti a togliere dalla testa.
- E forse la prima domanda che avremmo dovuto farvi è “Perchè vi chiamate Lyvers”? Cambiereste nome, se iniziaste oggi?
Il nome Lyvers (che ci teniamo a sottolineare si prununci “Laivers”) ha una storia lunga, praticamente c’era il cugino di una zia acquisita di Damiano che faceva il fotografo naturalista e ha deciso alla veneranda età di 88 anni di andare in Nuova Guinea a fotografare una remota tribù chiamata Korowai che pratica il cannibalismo. Purtroppo Alfredo è rimasto per cena e non è più tornato, ma leggendo il suo diario c’è un paragrafo in cui descrive un canto religioso dei Korowai che faceva più o meno “mipela i save kapsaitim wara taim mipela i harim ol Lyvers”. Il significato non è riportato, ma ci piaceva la parola e lo abbiamo scelto come nome. Se dovessimo scegliere un altro nome per iniziare daccapo probabilmente ci chiameremmo Maneskin, ma solo per cavalcare l’onda.
- In che modo questo è pezzo è “connesso” a “Valeria”, il vostro singolo precedente? E che ruolo hanno le donne nel vostro immaginario?
Diciamo che potrebbe essere una sorta di sequel, un pò come quando guardi quei film che finiscono in maniera inaspettata e poi compare il “to be continued…” o il link ad OnlyFans. È sempre una storia di John Connors che non ha mai troppa fortuna in amore, con Valeria non è mai riuscito a combinare nulla e con la “shdronza” di PUNKANZA sarebbe meglio che non lo avesse fatto.
Le donne per noi sono quelle creature imperscrutabili che tanto ci fanno battere il corazón, esseri misteriosi che vanno celebrati e messi su piedistallo altissimo almeno quanto l’Everest e che forse un giorno capiremo.
- E come vivete Milano e l’estrema competizione che percepiamo esserci?
Milano è una giungla con tanto di trappole vietcong, quelle coperte di foglie con gli spuntoni sotto. Essendoci cresciuti e sviluppati diciamo che ci siamo un pò abituati alla “Legge del più forte” che sembra premiare artisti “già famosi su tiktok” e in più un sacco di locali e posti dove si faceva mooseca hanno chiuso con la pestilenza del 2020. Uno che ci è rimasto particolarmente nel cuore è il fu “Scimmie” dove abbiamo suonato poco prima che chiudesse, ma ci piace pensare di non essere stati noi a portargli sfiga. Il difficile nella scena attuale è trovare posti e serate nelle quali suonare, anzi se ci volete facciamo anche matrimoni, addii al celibato, barmitzvah e funerali.