“Libera” è il nuovo singolo e video di Ambradea: un grido di liberazione da parte dell’artista romana, che tra l’altro il prossimo 22 giugno presenterà proprio nella Capitale, al Mammut, le canzoni del suo nuovo album, “EsSENZA”. Le abbiamo rivolto qualche domanda.
Come descriveresti il processo creativo dietro “Libera”?
Ero in pieno tormento creativo quando ho scritto Libera. Avevo appena finito di scrivere Mantra, che ho concepito come ouverture del disco, e avevo in mente di dare un ordine di ascolto ai brani, per accompagnare l’ascoltatore in un viaggio emotivo. Libera nasceva come una ballad inizialmente, aveva ritmi molto più lenti rispetto a quella che poi è stata la versione finale. La prima frase che ho scritto, dalla quale è partito tutto, è stata “come delle onde che si muovono”, dove le onde sono simbolo di continuo cambiamento ed evoluzione ma anche di perseveranza. Le onde plasmano le coste, plasmano gli scogli, sono sempre una diversa dall’altra e si lasciano andare al loro destino. Da lì sono partita ad elaborare questo concetto del “lasciarsi andare” ed ho ricercato delle azioni che simboleggiassero il distacco come: prendere le distanze, riprendere lucidità, lasciar cadere le regole, ritornare alla luce da tutto ciò che, nella mia esperienza di vita, mi aveva impedito di esprimermi. Mi piaceva che il testo avesse dei concetti chiave che si ripetessero come un mantra all’interno del brano.
Come è nato il concetto del video musicale di “Libera”?
Riprendendo sempre il concetto delle onde del mare, mi era venuta questa idea di sovrappormi al movimento delle onde. Perciò abbiamo voluto usare la tecnica del chroma key, inserendo i movimenti dell’acqua in sovrapposizione con il soggetto, me stessa. In questo modo si è creata un’illusione nella quale dentro il mio petto si vede il mare. Il videoclip e molto minimal e ritrae me stessa mentre danzo a tempo con la musica e contemporaneamente queste onde, incastonate in un cuore, si muovono, come suggerisce il testo stesso.
L’atmosfera che ho voluto ricreare è una sorta di “momento con se stessi” nel quale ci si libera mentalmente da tutte le congetture esterne e, come in una danza, ci si lascia trasportare. È un vero e proprio orgasmo spirituale, in cui le onde del mare ne simboleggiano il fermento e la strada verso la liberazione.
In che modo “Libera” si connette con il tema del tuo disco, EsSENZA?
Il disco nasce come un viaggio dentro se stessi, alla scoperta di quelle sensazioni che spesso ci neghiamo o che facciamo finta di non vedere. Con Liberaho voluto coinvolgere sia il concetto di libertà spirituale, sia un risveglio fisico e mentale; ho fatto luce sull’idea di una rinascita, di una nuova identità. Avete presente quando vi sentite addormentati, statici, o immobili di fronte a situazioni che piano piano si distaccano da voi e a cui sentite di non appartenere più? Libera vuole essere un distacco da tutto questo. Nasce come una presa di coscienza, un prendere le distanze e volgere lo sguardo verso nuove prospettive.
C’è qualche aneddoto interessante che puoi condividere sulla realizzazione del brano?
Ho voluto fare un test dopo la realizzazione del videoclip. Quest’ultimo è stato girato con la tecnica del chroma key, pitturandomi un cuore verde direttamente sul corpo, nella parte superiore, e quella pittura è stato l’unico indumento che ho indossato durante le riprese. In questi casi viene facile pensare come possa attrarre principalmente adulti, e temevo che perdesse il messaggio fondamentale di libertà che c’era dietro. Invece sono rimasta piacevolmente sorpresa quando, facendo vedere qualche video in lavorazione a mia nipote, che non aveva ancora tre anni, è rimasta incantata in particolare proprio da Libera. Evidentemente aveva colto il giusto messaggio di quella libertà che solo i bambini conoscono fino in fondo, senza sovrastrutture e senza malizia, in modo completamente istintivo, libero.
Come ti prepari per la performance del Mammut Live Club dove presenterai il tuo album?
Sarà il debutto live di EsSENZA e sono veramente molto carica di emozioni per molti motivi. Uno tra tutti è che finalmente vedo realizzarsi i frutti di un intenso anno di lavoro, nel quale ho messo tutta me stessa. Non vedo l’ora di salire sul palco ed immergermi nel viaggio, dopo averlo immaginato infinite volte nella mia testa. Ho intenzione di creare uno spettacolo immersivo, come sono spesso i miei concerti, nel quale coinvolgere più sensi possibile. Lo strutturerò come uno spettacolo teatrale, dato il mio background, nel quale farò anche qualche piccolo monologo per poter raccontare ancora meglio i miei brani, ed inserirò qualche cover in linea con il disco. Detto ciò, non amo farmi aspettative, preferisco andare con il flusso e lasciarmi guidare dall’energia che troverò la sera stessa.