Il compositore Alvise Carraro ci racconta la sua colonna sonora per il videogioco “Wibzel”

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É uscito lunedì 13 maggio 2024 su tutte le piattaforme digitali la colonna sonora del videogioco Wibzel, a cura del compositore classe 1996 Alvise Carraro. Questo è il suo tentativo di unire la musica d’ambiente con le suite Inglesi e Francesi di Johann Sebastian Bach. Da un paio d’anni balenava nel suo cervello l’idea di fondere questi due (molto) distanti generi musicali, e l’arrivo di questo tipo di commissione è stato il terreno fertile per la realizzazione di quest’idea.

Wibzel” è un semplicissimo gioco per mobile, un rompicapo nel quale il giocatore deve riuscire a costruire la via corretta per poterla percorrere mediante un terreno fatto a mo’ di scacchiera (o a tasselli) i quali possono essere ruotati, distrutti, ricomposti e spostati. Sono quei giochi rilassanti all’interno dei quali possiamo ascoltare appunto per la maggior parte di essi, musica ambient, o lo-fi o appunto che evoca una mood rilassante. E come si può dedurre dai titoli dei brani, ogni singolo pezzo è dedicato a una delle danze che Bach ha scritto per le sue suites inglese e francesi. La missione di Alvise è stata di riadattare melodicamente e armonicamente il dinamismo tipico di queste opere, in un contesto ambient totalmente galleggiante e disteso nel tempo.

Con lui abbiamo parlato di inizi, di come è partita il suo amore per la musica e delle colonne sonore, di Bach e di futuro. Ecco com’è andata.

  1. Ti ricordi ancora come ti sei avvicinato alla musica? E quando hai scoperto invece che il mondo delle colonne sonore poteva fare al caso tuo?

Si mi ricordo molto bene come mi sono avvicinato. In verità i miei primi stimoli musicali li scindo sempre in due momenti della mia infanzia. Il primo amore assoluto che ho avuto ascoltando la musica è stato quando mio nonno materno mi ha fatto vedere il VHS di Fantasia (1940, Walt Disney) grazie al quale mi sono innamorato della musica di autori come Bach, Tchaikovsky e Stravinsky. Io e mio fratello non facevamo altro che continuare ad ascoltare la Sagra della Primavera, sopra il quale la Walt Disney aveva insceneggaito la nascita della terra fino alla comparsa e poi scomparsa dei dinosauri. Credo che abbiamo letteralmente consumato quel VHS fino alla sua rottura.

Il secondo contatto con la musica è stato quando frequentavo la 4 elementare. Mia mamma veniva a prendere me e mio fratello in macchina finita la scuola e ascoltavamo spesso l’album live di Franco Battiato Last Summer Dance. In uno di quei giorni di ritorno da scuola io tenevo il tempo con le mani sulle gambe e mia mamma vedendomi preso dal groove di uno dei brani mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto imparare a suonare la batteria. Ricordo che ne fui entusiasta e da lì cominciò tutto.

Il mondo delle colonne sonore è sempre stato presente. La mia famiglia è grande divoratrice di film, che siano d’autore o da Blockbuster, credo che l’interesse sia sempre stato vivo. Forse, il periodo che mi ha fatto scattare il vero interesse si aggira verso il 2013. In quel periodo io frequentavo il liceo artistico con l’indirizzo di Design e allo stesso tempo mi stavo preparando per diplomarmi in percussioni classiche e batteria moderna. Uno dei miei migliori amici mi aveva passato un programma di videoscrittura per scrivere musica per l’appunto, quindi ho semplicemente unito le due cose: mi piaceva la musica e progettare. Per gioco mi sono messo a comporre musica per mio piacere e da lì poco arrivò un mio amico che produceva cortometraggi amatoriali per il quali mi ha chiesto di produrre delle piccole colonne sonore.

  1. Credi che la colonna sonora di “Wibzel” possa essere interessante anche a prescindere dal gioco? E anche a prescindere dalla conoscenza della musica classica?

Una domanda delicata. Impossibile rispondere per me, non credo di essere la persona corretta ad identificare l’originalità e la funzionalità delle mie composizioni, è una cosa soggettiva che decide chi ascolta. Posso rispondere però a questa domanda in questa maniera: credo che sia un po’ la missione di ogni artista (musicale e non) trovare la propria autenticità. E chi cerca la propria autenticità, cerca un linguaggio personale. E quando cerchi un linguaggio personale, ti prendi cura come fosse tuo figlio della crescita di quel linguaggio. Quindi tutto quello che produco musicalmente parlando deve soddisfare prima le mie esigenze personali. E io esigo molto che la mia musica sia (per me) fruibile anche al di fuori delle immagini. Wibzel è il tentativo di trasporre un linguaggio lontano e Barocco come quello delle suite di Bach in una dimensione tutta zen quasi, molto lontana per molti aspetti dal dinamismo strumentale di Bach. In questo senso Morricone insegna molto. Non c’è un tema di Morricone che non sia godibile anche al di fuori della sua originale collocazione cinematica. 

  1. E, da ascoltatore, che rapporto hai con le nuove uscite discografiche? Sei uno attento alle novità? Playlist o album interi? E che cosa in particolare?

Devo ammettere che da quando produco musica con una certa costanza il tempo si è ristretto molto per la fruizione dei media in generale. Cerco di tenermi informato il più possibile sulle nuove uscite, e non solo musicali, ma anche cinematografiche, scientifiche etc. È molto importante per tutti tenersi informati. Oggi siamo quasi travolti dalle informazioni, sono talmente tante che credo siano anche troppe. Anche perchè viviamo in un’epoca in cui bisogna avere un po’ la voglia e coscienza di non solo informarsi ma anche di verificare la veridicità delle fonti. E ci vuole tempo, e non poco.  Le Playlist sono sicuramente un gran mezzo per tenersi informati delle nuove (ma anche vecchie) uscite. Io ne faccio specialmente uso quando guido in macchina o faccio le mie giornaliere camminate. Proprio un mese fa nel mio conservatorio ho avuto il piacere di partecipare a una Masterclass con Francesco Donadello (uno dei sound engineer del compositore scomparso Johann Johanssoon) e lui ha detto una cosa che mi è rimasta impressa. 

“È interessante come, a volte, quello che ascoltiamo di musica nel nostro quotidiano sia estremamente differente da quello che produciamo musicalmente. Come da contrasto”

Questa cosa è molto evidente in me per esempio. Da quando frequentavo le scuole medie, ho sempre ascoltato Progressive Metal. Lo ascolto moltissimo tuttora. Non so cosa mi catturi veramente di questo genere, forse è la sua magica imprevedibilità sonora, formata da questi cambi di tempi continui, virtuosismi chitarristici, mescolanze timbriche, sound gutturali, mescolanza con il sound design, la voce in scream o in growl. Trovo tutto questo estremamente affascinante, però come di contrasto, si trova quasi all’estremo opposto rispetto a quello che compongo. Ultimamente ascolto band come Arch Echo, Their Dogs were Astronauts, The Algorhitm.

  1. La distribuzione digitale ha cambiato anche il mercato della musica classica? E in che modo?

Sicuramente lo ha cambiato. Parlare di Musica Classica però lo vedo diverso dalla distribuzione di colonne sonore. Il bacino credo che si differenzi abbastanza poichè da un lato abbiamo delle attività concertistiche e dall’altro la produzione di vere e proprie musiche che si adattano all’immagine (che sia cinema, videogiochi, documentari o altro). È un discorso un po’ complesso e credo che forse il mio parere possa valere fino a un certo punto, anche perchè nel mondo del cinema ci sono e ci sono stati spesso compositori come Max Richter e Philipp Glass che sono compositori originariamente derivanti dal mondo della “Musica Classica” (questo termine suscita sempre un po’ di ambiguità poichè adesso sembra che con questo termine si faccia riferimento alla musica contemporanea derivante dalle correnti che ha generato il mondo classico). 

  1. Programmi per il futuro?

Ultimamente sto lavorando su vari progetti. Principalmente sto lavorando a una colonna sonora per un film di una regista indipendente londinese, arrangio due brani pop per una band e sto organizzando le idee per una colonna sonora commissionata per un futuro videogame open-world che credo uscirà non prima di 1 anno o 2. 

Non nego che spesso mi piace scrivere semplicemente per musica pura, quindi in cantiere sto cercando di mettere su anche alcuni progetti che potremmo definirli come album musicali veri e propri. La mia ricerca per la produzione di colonne sonore per videogame non finirà qui e anzi, cercherò il più possibile di far parte di questo mondo che mi affascina molto.

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