La troverete in apertura alla data unica del Locomotiv Club di Bologna ai Balthazar, ma in Olanda Eefje De Visser è una star da anni. Nelle vicine Fiandre sembra raggiungere questo status con l’uscita del quarto album ‘Bitterzoet’. Il ‘Bitterzoet’ è profondamente inzuppato di elettronica e sembra essere lontano da quello che ha fatto all’inizio della sua carriera, eppure resta intatto il marchio ‘Eefje’. Abbiamo incontrato Eefje proprio a Eurosonic e volevamo parlare di come sia cambiata tra un album e l’altro. E lei ha parlato di surrealismo nel nuovo disco. Anche se si parla sempre della sua musica come magari poco immediata: ma ci sono diversi strati sia nella musica che nelle parole che secondo me, e secondo lei, si colgono bene in pochi ascolti se ci si lascia andare ad un ascolto di pancia. Lei riguardo a questo parla proprio di musica fluida, melanconica.
Nel nuovo disco si è approcciata allo stesso modo degli altri per la composizione. Cerca di registrare pochi secondi sul telefono in inglese arrangiato alla meno peggio, che poi invece diventa un testo in olandese visto che non sente ancora l’inglese come lingua per esprimere a pieno i suoi sentimenti. E in modo del tutto interessante parla del concetto di poter ricreare con il suono della voce determinati mood.
Live la vedremo con la band al completo: per lei non è mai semplice riprodurre lo stesso suono che ricrea nel disco anche on stage, e lo trova abbastanza una sfida per cui si prepara davvero a lungo. Ma adora esibirsi dal vivo, sia perché quando raggiunge un suono live che le piace è orgogliosa, sia per il feeling che la band instaura col pubblico.
Per altre chicche, come le sue canzoni preferite contenute nell’ultimo Bitterzoet potete scoprirle dopo il decimo minuto del file audio dalla sua viva voce, con qualche rimbombo della press room che era in una chiesa.
(complete english audio interview, suitable to dutch audience too)
Ora dobbiamo dire che questo nuovo suono in Bitterzoet non è una vera sorpresa. Anche sul predecessore ‘Nachtlicht’ l’elettronica ha ottenuto un posto di rilievo e durante il successivo tour solista Eefje De Visser ha dato a questo e alle vecchie canzoni un suono ancora più elettronico. All’inizio i toni di Black Sun sembrano subito come tornare a casa. Nonostante il cambio di direzione organico, si nota ancora l’atmosfera sognante e malinconica che è così caratteristica per Eefje De Visser e che riconosciamo anche in quell’altro singolo avanzato e title track Bitterzoet.
L’immobilità che ne deriva è un canto quasi sacro e all’inizio particolarmente sobrio. Ma la minaccia costante si accumula magistralmente verso la fine con un solido colpo di casa che cade in pieno. In Lange Vinnen le bpm vanno giù, ma i synths sognanti e l’armonia sensuale nella voce fanno di questo uno dei nostri preferiti come un singolo diritto dall’uscita.
Ora, a parte tutti i beat e l’elettronica, le canzoni di Eefje De Visser continuano a richiedere tutta la vostra attenzione. Rimane una maestra nel giocare con i testi, il tempismo e il ritmo a modo suo. In quelle poche canzoni, che si mantengono molto sobrie in termini di arrangiamento, questo album con Pixels e la canzone finale Groen produce già canzoni meravigliose, intensamente belle.