Live Report: Peter, Bjorn and John live @ Locomotiv Club, Bologna

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Esistono occasioni, in particolar modo quando assistiamo a concerti ai quali teniamo di più, di ritrovarsi come rinchiusi dentro a una bolla e di vivere all’interno di essa lasciando ogni preoccupazione o problema al di fuori di essa. In questi momenti, dunque, si spera che determinati pensieri non riaffiorino all’improvviso e che il concerto – dato che Lost in Groove si occupa di live- lo si riesca a godere a pieno e come un evento unico, intimo e personale dall’inizio alla fine.
Nonostante la band di questa sera, giovedì 14 marzo, salga sul palco del Locomotiv Club di Bologna con uno sfondo rappresentante l’artwork del nuovo album “Darker Days”, ovvero la forma di un triangolo composto da ossa spezzate, proprio questo simbolo sarà la nostra “bolla di sapone”.
Il gruppo di cui sto per parlarvi mancava da Bologna da circa dieci anni ed è quello di PETER, BJORN AND JOHN.
La band nasce a Stoccolma nel 1999 e si presenta nel capoluogo emiliano con l’energica, solare e dal retrogusto parecchio 60’s-70’s “Let’s Call it Off”, brano facente parte del disco datato 2006 “Writer’s Block, dal quale verranno eseguite anche l’irresistibile “Objects” e la molto più famosa e catchy “Young Folks”.
Ovviamente, la scelta dell canzoni della setlist di questa serata ricadranno soprattutto sul nuovo album “Darker Days”, un lavoro discografico maturo, accattivante e molto più variopinto rispetto agli altri lavori della band.
Tracce come “Gut Feeling”“Living a Dream” presentano piccoli elementi sperimentali anni ’80 nell’intero arrangiamento: effetti un po’ barocchi (Living a Dream); cori sì placidi e mansueti, ma anche modificati e più oscuri; una linea ritmica del basso decisamente molto più pronunciata rispetto ad altre canzoni presenti in setlist, le quali, al contrario, presenteranno elementi più psych-rock e garage (la finale “Lies” “Dig a Little Deeper”).

La band intrattiene il suo pubblico attraverso una combinazione in grado di adattare un cantato retrò o vellutato a una strumentazione esplosiva, già sopra indicata, molto vicina alla musica garage di metà anni ’70; il trio diverte e carica i numerosi presenti grazie ai salti del frontman che vorrebbe sfondare il palco del Club bolognese; infine, Peter, Bjorn and John cercano di far giocare i propri fan su “Dig a Little Deeper”, ma , ahimè, il pubblico non comprenderà quel “Prego, sit down” e, quindi, non ci sarà un grande salto liberatorio tra presenti e band.
Canzoncine vellutate, alle volte un po’ da “tempo delle mele” (“Living a Dream”),  atmosfere placide, ondeggiamenti da tracce à la Simon and Garfunkel e, ultimo ma non ultimo, lui, il genere prediletto, a parte i già citati indie rock, psych e garage: l’indie pop.
Il pre-encore con “Second Chance”, quando vedremo addirittura qualche riferimento allo stile di salto à la Pete Townshend de The Whoe proprio il  finale di Peter, Bjorn and John sono la parte più esaltante ed eccitante dello show : lentamente, sentiamo che la nostra “bolla di sapone” inizia a liquefarsi.
Arriva, poi, il momento dove tutti, tante varie generazioni – vuoi anche per un famoso spot in tv-, almeno una volta L’HANNO canticchiata, fischiettata o ballata: “Young Folks” è un vero e proprio INNO INDIE-POP.
“Delusa” per il mancato duo “Heaven and Hell” e “Longer Nights” (canzoni straordinarie dell’ultimo, ottavo, album della band), l’esibizione del trio Peter, Bjorn and John è a dir poco esilarante, divertente e multiforme: da sonorità molto Pop a un Rock maturo e preciso; da melodie morbide si passa a distorsioni ben pensate a scatenare l’acufene.
Il live della band svedese, insomma, riesce a trasportarci altrove, nonostante questi loro “Darker Days”: il trio parla di un malcontento, ma, da almeno quanto si è visto live, lo fa con tantissima ironia e sfogo fisico.
Se le “ossa” si rompono e la bolla di sapone che noi del pubblico ci siamo costruiti per difenderci da ciò che c’è fuori svanisce nel nulla, l’intento e il messaggio della band è piuttosto evidente: REAGIRE. 

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