Viva gli Zen Circus – 14.06 Sherwood Festival a Padova

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14 anni e non sentirli. A 14 anni sei ancora poco più di un bambino, no? Adolescente, acerbo quanto basta, infantile il giusto, con piccole incursioni nei primi “drammi” che sembrano irrisolvibili: un primo amore finito, i brufoli, le tette che non crescono o che crescono troppo in fretta, i primi voti brutti perché le versioni di latino e greco mica le hai ancora capite. Ecco, io me li ricordo così i miei 14 anni, solo che invece della musica indie-rock e indie-pop che amo tanto ora, nel mio walkman c’era solo 2Pac, i Colle der Fomento, i 99 Posse, i CCCP,  i TheVerve, gli Oasis e ancora tanto, tanto rap italiano, francese, americano.

Ma perché parlare di tutto questo? Che c’entra l’adolescenza con il concerto di giovedì scorso degli Zen allo Sherwood? Perché per curiosità mi son domandata quale fosse la prima canzone che ho conosciuto di questo gruppo toscano e ho visto che il loro primo album risale al 2004, quindi a un anno prima rispetto alla scoperta della mia canzone di “iniziazione”, Aprirò un bar, che rimane romanticamente sempre una delle mie preferite.

Appino&band hanno compiuto 14 anni: dovrebbero essere degli sbarbatelli che vanno in prima superiore, dovrebbero essere pieni di complessi, brufoli e capelli unti, birre sgasate e prime canne fumate di nascosto nei cessi della scuola. E invece, ‘sti ragazzetti sono cresciuti, sono cresciuti in fretta. E sono diventati musicalmente enormi.

Padroneggiano il palco alla meraviglia, Appino non stona una nota, fanno spettacolo, fanno pogare anche i 30enni (quasi, dai), fanno sudare, fanno battute su Pisa MERDA, sul fatto che, per fortuna per molti di noi lì sotto palco, non c’era tempo di tirare fuori quegli smartphone per fare delle foto, perché il bello del loro live dell’altra sera a Padova è stato proprio questo: non avere tempo di pensare ad altro, se non a cantare a squaciagola, a pogare, a sentirli raccontarsi con quell’accentaccio maledetto che ci piace tanto!

La scaletta è stata un’alternanza perfetta di pezzi vecchi e nuovi, per la gioia dei vecchi fan: da Catene a Vent’anni, da Ilenia a L’egoista; Andate tutti affanculo, Milanesi al mare, La terza guerra mondiale e molte altre. L’anima non conta toglie il fiato, Il fuoco in una stanza è una piccola carezza sul nostro cuore, di quelle date piano da qualcuno che ami dopo una giornata difficile e Questa non è una canzone è da pelle d’oca e occhi lucidi, lucidissimi.

Mando un messaggio a M., fedele compagna di concerti romani, scrivendole: Remembering 2010, San Lollo.”Oh Madonna. Quasi 10 anni? NO.” Sì, quasi 10. Tu eri tipo minorenne, io poco più che maggiorenne (sìsì, certo!) e cantavamo appropriatamente Andate tutti a fanculo, mentre lo scooter ci portava verso il nostro primo concerto degli Zen Circus. Ora che ci penso, ho anche il poster attaccato nella mia cameretta a casa di mia madre. Quasi quasi, quando scendo a Roma, me lo vado a riprendere.

Viva gli Zen Circus! Si meritano altri 14 anni di successi del genere e di persone che, felici, pogano come avessero 14 anni forever. 🙂

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