Jon Spencer Blues Explosion @Locomotiv Club, 10 marzo 2016

0

Comincia dal Locomotiv Club di Bologna il recupero delle date italiane dei JSBX dello scorso novembre, saltate a causa di problemi di salute all’interno della band.

Si inizia con la performance di Elli De Mon, nome d’arte della vicentina Elisa de Munari. Elli, da vera e propria one-girl-band, con chitarra e bottleneck in mano, grancassa e sonagli ai piedi, ci tiene compagnia con una buona mezz’ora di ottimo garage – blues. Sono pochi i momenti in cui ci si rende conto di assistere alla performance di una sola persona; per il resto Elli si destreggia con abilità tra gli strumenti, senza perdere un colpo; completa il profilo da vera blueswoman una voce ruvida e calda. Peccato per il mancato momento in cui Elli avrebbe dovuto suonare il sitar, interrotto a causa di problemi tecnici.

I Jon Spencer Blues Explosion salgono sul palco poco dopo, e senza tanti fronzoli iniziano subito scaricando all’interno del Locomotiv un’ondata prepotente di ritmi incalzanti e chitarre distorte. Non ci sono tempi morti, pochissimi i momenti nei quali i tre non stiano spremendo gli strumenti fino all’ultimo, macinando una canzone dopo l’altra senza mai perdere d’intensità.

Jon Spencer, in ottima forma, spinge la voce al massimo, mangiandosi letteralmente il microfono; tra le chitarre di Jon e Judah Bauer è un continuo inseguirsi di riff grezzi e assoli, mentre Russel Simins alla batteria pesta come se dovesse spezzare in due il palco. In scaletta trovano spazio anche due canzoni interpretate rispettivamente da Simins e Bauer, che intervallano l’infaticabile Jon:  What Love Is (cover dei Dead Boys) e Fuck Shit Up.

Oltre alla base di solido garage-rock, non mancano i momenti in cui è il funk a farla da padrone, con qualche sentore di hip hop: niente di strano, se pensiamo all’origine della band e alla scena newyorkese dalla quale proviene; proprio a New York è dedicato l’ultimo lavoro della band, Freedom Tower | No Wave Dance Party 2015.

Nell’aria si respira solamente la voglia di divertirsi e di abbandonarsi al ritmo frenetico e ai riff viscerali; è impossibile stare fermi: la gente continua a ballare, completamente assorta nel mantra distorto del rock’n’roll, mentre alle spalle della band scorrono in loop immagini di licantropi, mostri e ballerine. Verso la fine Jon aggiunge qualche nota oscillante al theremin, e poi si sporge verso le prime file, quasi a riversare direttamente sul pubblico le ultime scariche di energia.

Come ama ripetere Jon tra una canzone e l’altra, questa è la Blues Explosion: non esistono parole più adatte per descrivere il concerto che abbiamo visto. Niente di nuovo o originale dal punto di vista musicale, ma una scarica di energia blues-rock che lascia elettrizzati.

Share.

About Author

Comments are closed.